Voice4health: l’uso degli assistenti vocali per un invecchiamento positivo
L’emergenza sanitaria causata dalla pandemia ha messo in luce l’importanza dei fattori che contribuiscono all’invecchiamento attivo definito come un processo di ottimizzazione della salute, della partecipazione sociale e della sicurezza, per migliorare la qualità della vita degli individui anziani.
Datawizard, in collaborazione con Il Centro di ricerca dell’Università Cattolica EngageMinds HUB, e con il contributo non condizionante di Amazon, ha condotto uno studio con lo scopo di valutare l’efficacia di un protocollo psicologico self-help supportato dall’uso di assistenti personali intelligenti a comando vocale per promuovere il benessere e l’invecchiamento attivo nella popolazione anziana.
“Siamo stati i primi promotori di questo progetto verso Amazon Europe e i dati della ricerca che abbiamo analizzato sono stati davvero molto significativi” – ha dichiarato Riccardo Emmolo, Digital Strategist di Datawizard, che ha co-progettato e realizzato l’esperimento assieme EMH.
Dallo studio è emerso che benché gli anziani siano meno avvezzi all’utilizzo delle tecnologie, traggono beneficio dagli assistenti vocali, migliorando la loro qualità di vita, il loro benessere e attenuando il senso di solitudine.
I risultati di Voice4health, infatti, sono la conferma di un quadro abbastanza chiaro:
nei prossimi 2-3 anni le tecnologie digitali avranno
un impatto decisivo sulla cosiddetta ‘Silver Economy’
Nello specifico gli assistenti vocali, ma in generale tutti i device di comunicazione dotati di Intelligenza Artificiale, rappresentano degli strumenti sempre più efficaci per individuare potenziali problemi di salute, ma anche abbattere barriere e difficoltà che rendono molti anziani demotivati e più vulnerabili all’isolamento sociale, un fenomeno che spesso precede un declino cognitivo e altri problemi di salute.
La voce: un’interfaccia economica per gli anziani
Durante l’esperimento è stato interessante osservare come la voce sia risultata un'”interfaccia economica” per l’anziano: ha un basso sforzo di apprendimento e lascia la persona libera di svolgere altri compiti, o di assumere posizioni confortevoli. Ciò conferma ancora una volta l’importanza della progettazione di “esperienzedigitali” – non solo servizi – in grado di migliorare la vita, le loro relazioni, le loro abitudini, il modo in cui si prendono cura di se stesse e la propria autosufficienza.
Lo studio ha infatti evidenziato il potenziale offerto dagli assistenti vocali intelligenti, non solo per supportare le attività quotidiane delle persone ma anche per contribuire al loro benessere.
Voice4health: un protocollo di ricerca scientificamente validato
Datawizard insieme al centro di sperimentazione EMH, si è occupata della progettazione e della realizzazione dell’esperimento, basato su un protocollo di ricerca che ha previsto, per ogni partecipante, quattro interviste a distanza di due settimane secondo modalità CATI.
<<Come Datawizard, oltre al design del progetto di ricerca, è stata gestita anche la fase operativa, tra cui le singole interviste – come spiega il dott. Riccardo Emmolo, Design Project di Voice4Health-
La sperimentazione condotta nell’arco di sei settimane ha adottato la metodologia del “one-to-one”: ad ogni partecipante è stato assegnato un operatore di riferimento preposto per la somministrazione del questionario.
Tale approccio ha favorito una disposizione positiva ai contatti telefonici da parte dei partecipanti, permettendo di avere una diretta evidenza sul contributo al cambiamento indotto dall’assistente vocale Alexa nelle giornate dei soggetti campione man mano che acquisivano familiarità con il device.
Con lo studio Voice4health si è andati a indagare, con strumenti scientifici, se l’uso di questi dispositivi da parte di persone anziane, oltre ad agevolare molte attività quotidiane, possa contribuire al miglioramento della loro qualità di vita.
E i risultati sono più che incoraggianti, sebbene preliminari. Lo studio è stato condotto su 60 uomini e donne di età compresa tra i 65 e gli 80 anni. Al termine delle sei settimane di sperimentazione è apparso che tre persone su quattro vedono incrementare il proprio benessere, sia in termini generali che dal punto di vista emotivo e relazionale.
Non solo: le persone che hanno partecipato alla sperimentazione – guidata da un protocollo di ricerca scientificamente validato che ha visto l’utilizzo dell’assistente vocale Alexa – hanno riportato una significativa riduzione dello stress psicologico e un miglioramento dell’attitudine personale all’uso della tecnologia.
La ricerca parte da un “Giardino segreto”
Da un punto di vista metodologico, la matrice scientifica che ha dato luogo a questa ricerca deriva da un altro protocollo chiamato “il Giardino segreto” (www.covidfeelgood.com) i cui risultati sono già pubblicati a livello internazionale. Si tratta di un video immersivo che simula un ambiente naturale ed è finalizzato a favorire il relax e l’autoriflessione. Tutto ciò è stato integrato con una serie di esercizi che sfruttano le funzioni dell’assistente vocale utilizzato nello studio: giochi, musica, videochiamate, domande e risposte, notizie, ed altro.
Nel corso della prima settimana di sperimentazione, le persone coinvolte sono state quindi invitate a eseguire alcuni esercizi, basate su applicazioni dell’assistente vocale; mentre nella seconda settimana sono state lasciate libere di utilizzare il dispositivo come meglio credevano. Purché registrassero azioni e sensazioni in un diario, poi analizzato insieme ai 4 questionari, dai ricercatori dell’Università Cattolica al termine delle sei settimane.
Alexa potrebbe rappresentare uno strumento per contrastare l’ isolamento e il senso di inadeguatezza provati dai soggetti anziani a seguito di una riduzione dei livelli di autonomia e socialità.
Gli esiti incoraggianti derivanti dal recente studio, pongono l’attenzione sull’importanza dell’adeguamento e dell’inclusione degli anziani nella società attuale sempre più digital-oriented. L’uso dell’assistente vocale Alexa, si è dimostrato inoltre utile nell’avvicinare le persone anziane ai propri cari, un efficace ponte con le generazioni più giovani – come i loro nipoti.